Dalla semplice interconnessione alla sostenibilità energetica: come cambiano le perizie asseverate
Il passaggio dal modello Industria 4.0 al nuovo paradigma Industria 5.0 introduce cambiamenti sostanziali nelle modalità di accesso agli incentivi e nei requisiti tecnici richiesti per le perizie asseverate.
Mentre il 4.0 era incentrato sulla digitalizzazione dei processi e sull’interconnessione dei macchinari, il 5.0 amplia lo sguardo verso sostenibilità, efficienza energetica e impatto ambientale.
Industria 4.0: automazione e interconnessione
Il Piano 4.0, ormai consolidato negli ultimi anni, richiedeva che i macchinari fossero:
- interconnessi ai sistemi aziendali di gestione della produzione;
- dotati di sensoristica avanzata, sistemi di monitoraggio e controllo remoto;
- in grado di scambiare dati con piattaforme gestionali e software MES;
- integrati in un processo produttivo digitale e automatizzato.
Le perizie asseverate in ambito 4.0 dovevano quindi certificare la reale interconnessione e la capacità del bene di dialogare con l’infrastruttura informatica aziendale.
Industria 5.0: l’innovazione diventa sostenibile
Il nuovo Piano Transizione 5.0 introduce criteri molto più ampi e tecnici, che affiancano all’interconnessione un focus misurabile su:
- efficienza energetica del processo produttivo;
- riduzione delle emissioni e dell’impatto ambientale;
- ottimizzazione dei consumi e introduzione di soluzioni smart;
- integrazione tra automazione, sostenibilità e fattore umano.
Gli interventi ammessi devono dimostrare un miglioramento documentabile dei consumi energetici o dell’impatto ambientale.
Per questo motivo nel 5.0 diventa centrale la diagnosi energetica preventiva e una perizia asseverata che dimostri numericamente l’effettivo miglioramento.
Le 3 differenze tecniche che cambiano il lavoro dei consulenti
1. Efficienza energetica misurabile
Per accedere agli incentivi 5.0 non basta acquistare un macchinario efficiente.
Serve dimostrare:
- riduzione dei consumi del processo produttivo;
- diminuzione delle emissioni o uso di tecnologie più pulite;
- ottimizzazione dei cicli energetici tramite automazione e sensoristica.
Il tutto certificato da diagnosi e perizia.
2. Integrazione tra digitale e sostenibile
Il bene deve essere non solo interconnesso (come nel 4.0) ma anche parte di un sistema produttivo energeticamente ottimizzato.
La perizia deve certificare come il macchinario contribuisce all’efficientamento complessivo.
3. Parametri più stringenti nella perizia asseverata
La perizia deve contenere elementi nuovi rispetto al 4.0, tra cui:
- valutazione energetica ante e post intervento;
- indicatori di prestazione (KPI energetici);
- verifica della riduzione effettiva dei consumi;
- congruità economica e tecnica dell’investimento;
- aderenza alle linee guida MIMIT e normativa tecnica.
Il ruolo dei tecnici nel nuovo paradigma
Con l’introduzione del 5.0, aumenta la responsabilità dei tecnici abilitati: non basta più certificare la presenza di requisiti tecnologici, ma serve dimostrare la sostenibilità energetica dell’intervento.
Figure qualificate come EGE, ingegneri, periti industriali e professionisti esperti di efficienza energetica diventano centrali in tutto il processo.
Conclusione
Industria 5.0 rappresenta un’evoluzione significativa rispetto al 4.0: non basta digitalizzare, occorre farlo in modo sostenibile, misurabile e conforme a criteri energetici precisi.
Per le imprese e gli studi di consulenza, avere un partner tecnico specializzato è oggi fondamentale per evitare errori, contestazioni e ritardi nella presentazione delle pratiche.
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